I timpani e i tamburi sono rispettivamente un esempio di strumento a percussione a suono determinato e strumento a percussione a suono indeterminato; cominciano con i primi: i timpani erano conosciuti già nel diciassettesimo secolo perchè impiegati nelle orchestre musicali, suonati da percussionisti detti nello specifico timpanisti.
I timpani si definiscono strumenti a suono determinato dal momento che producono suoni di diversa altezza e dunque note che possono essere scritte sul pentagramma e che possono essere controllate; è dato da una membrana che prende il nome di pelle, disposta su un fusto in rame o in materiale plastico o lega metallica.
I timpani vengono percossi da bacchette e la loro intonazione è regolata in base alla tensione della pelle; i timpani più grandi prendono in genere la nota più bassa e viceversa.
I tamburi sono invece strumenti a percussione a suono indeterminato, in grado di produrre rumori che non possono essere trascritti sul pentagramma; insieme a lui fanno parte della suddetta categoria i triangoli, la grancassa, il tamburello e i piatti.
E' formato da una o più membrane tese e bloccate a una cassa cava dalla forma tubolare, che si percuotono per mezzo di bacchette o con le mani. Possiamo dunque affermare che strumenti a suono indeterminato servono per lo più a scandire i ritmi.
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